Donna! Femmina! Questa volta me l’hai tolta di bocca.
Non posso farci niente: dopo anni di strenua difesa in tuo onore, devo piegare il capo e unirmi all’accusa.
=”font-family: mceinline;”>Tu e altre 49 stordite italiane vi siete bevute una lavanda vaginale.
E avete pure avuto il coraggio di denunciare la ditta produttrice sostenendo che la pubblicità fatta all’incriminata era ingannevole e fraudolenta.
Vergogna.
Per anni e anni le vostre bisnonne suffragette hanno lottato per dimostrare – se non la superiorità – perlomeno l’uguaglianza tra i due tipi di cromosoma, e voi vi siete fatte uno Spritz col Tantum Rosa.
Certo è che l’azienda, dal canto suo, pecca un po’ di mancanza di originalità.
Tantum Rosa.
Ok.
Ma il collegamento va da sè: se il Tantum Verde lo usa il marito per farsi gli sciaqui in bocca,
il Tantum Rosa allora è per la moglie.
Che se ne cala un cinquanta emme-elle prima di andare a dormire e poi si sveglia in piena notte con i famosi sintomi da intossicazione: mal di pancia,stordimento, vertigini, paresi degli arti e allucinazioni.
L’azienda che produce il Tantum Rosa non è delle più fantasiose coi nomi. (Perchè non essere un filino più specifici, anche a danno di turbare un pochino i benpensanti, e chiamarlo “Lavatop Rosa” o “Sciaquopatatamon Rosa” o chessò? – mica sono una copyrighter!)
Touchè. Mancano di originalità.
In compenso, le 50 assetate che si son fatte il bicchierino ne hanno avuta da vendere.
La colpa è da imputare ad entrambe le parti e – se possibile – anche ai medici: le allucinazioni riscontrate come sintomo di intossicazione non valgono.
Le 50 protagoniste della storia erano allucinate ben prima di comprare il farmaco.
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http://www.repubblica.it/salute/medicina/2010/07/28/news/la_lavanda_tradita_dallo_spot-5900891/
Davvero…